Scuola futura
La scuola italiana e il sistema educativo più in generale sono spesso al centro di prospettive differenti, il più
delle volte critiche, talvolta anche mortifere, ma certo il loro valore appare, da qualunque parte lo si
consideri, potenzialmente ingente. Un luogo importante ma contestualmente inemendabile
dell’immaginario sociale. Per ragionare su questo periodo di transizione e sui cambiamenti che
s’impongono al sistema di istruzione, Fabio Vanni e Vincenza Pellegrino scelgono la forma del dialogo, per
sua stessa natura aperto all’imprevisto e alla contraddizione. Il risultato è una riflessione a due — condotta
dai punti di vista confinanti della psicologia e delle scienze sociali – che utilizza la retorica della distopia, così
sintonica con il sentire comune, e quella dell’utopia del desiderio, che trae spunto anche da esperienze
alternative, per provare a prefigurare infine all’interno della scuola attuale, in un esercizio di concretezza
tanto difficile quanto necessario, gli spiragli, le minime discontinuità attraverso le quali s’intravede la
possibilità di una scuola diversa: che non giudichi né escluda, ma accompagni a inserirsi creativamente nel
mondo.